Tutti gli indicatori dicono che il Programmatic è uno dei segmenti a maggior crescita nell'online adv. Ma nel complesso, tecnologia, dati e compravendita automatizzata della pubblicità stanno portando vantaggi concreti a editori e inserzionisti, oppure non è così?
Dalla quarta edizione di A-day, l’evento organizzato da 4W MarketPlace con il patrocinio di FCP ed Editori Digitali svoltosi giovedì a Firenze, non è emersa una risposta univoca, ma qualche ragionevole certezza per il futuro, sì.
La prima è che il Programmatic è uno tsunami che non lascerà tutto come prima (con effetti che già si vedono, non tutti positivi). La seconda è che nell’ambito di questo terremoto ci sono già diverse indicazioni per ritrovare la bussola, la sfida per tutte le parti coinvolte è saperle “leggere”, e agire.
Certo è che, sulla valorizzazione delle audience così come su altri temi cui si è accennato nel corso dell’A-day come viewability, ad blocking e traffico non umano, la capacità di “fare squadra” potrebbe facilitare decisi passi avanti nel mercato. Tuttavia, come è chiaramente emerso dal vivace confronto che ha caratterizzato l’A-day 2015, il superamento delle tradizionali barriere tra singoli player e interessi nel nome di un supposto interesse comune incontra forti resistenze. In Italia, probabilmente, più che altrove.
Da questo punto di vista, A-Day 2015 ha costituito un punto di partenza interessante e ricco di spunti, da cui partiranno anche una serie di iniziative concrete come un ciclo di corsi di formazione proprio sull’uso della tecnologia targati FCP, a beneficio delle concessionarie aderenti. Si parte a gennaio.
La cronaca dettagliata dell'evento è su Engage.it.