• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play
29/03/2016
di Alessandra La Rosa

Programmatic negli USA: crescono investimenti e confidenza. Ma rimangono alcune criticità

eMarketer fa il punto su uno dei mercati più performanti della pubblicità data driven, in cui oltre la metà della spesa display è in adv automatizzata, ma dove frodi e ad blocking sono ancora i principali freni

Più della metà della spesa in digital display negli Stati Uniti è per campagne in Programmatic. Un report di eMarketer, "US Programmatic Advertising: Seven Things Buyers and Sellers Need to Know Now", fa il punto su quello che oggi è uno dei mercati più performanti della pubblicità data driven. Secondo lo studio, attualmente il Programmatic non è solo la principale modalità di pianificazione a livello di online display, ma sta diventando ormai una prassi anche per gli acquisti di inventory mobile e video. Tra i principali driver di crescita del mercato, c'è sicuramente a livello aziendale una maggiore confidenza, rispetto al passato, con le tecnologie programmatiche: una ricerca di AdRoll ha rivelato che, se la maggior parte degli inserzionisti americani, il 62%, investe in Programmatic tra il 10 e il 50% dei loro budget digital, quasi un terzo ne investe oltre la metà, una quota che era solo il 7% nel 2013. Più confidenza, dunque, ma non solo. A trainare la diffusione dell'ad tech c'è anche la sua innegabile efficacia, la sua comprovata abilità nel mettere insieme i dati sulle audience con le giuste inventory pubblicitarie e le migliori capacità di targettizzazione oltre i device cookie-based. Ma in questa fotografia c'è anche qualche ombra. Alcune criticità della pubblicità digitale permangono e sono ancora importanti freni ad una ulteriore diffusione del Programmatic. Tra queste, le principali sono la misurazione a livello multidevice, le frodi e l'ad blocking. Su alcune di esse la industry sta cercando attivamente soluzioni, per esempio attraverso la diffusione di standard condivisi per qualità delle inventory e viewability, ma su altre, come i filtri anti adv, la questione è ancora aperta.

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI