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20/09/2017
di Alessandra La Rosa

Pinterest automatizza l'influencer marketing con una nuova piattaforma self-service

Il social fotografico ha annunciato una nuova versione del suo strumento Pin Collective che mette in contatto aziende e creatori di contenuti, ora aperto ad aziende di tutte le dimensioni

Circa un anno fa, Pinterest lanciava Pin Collective, uno strumento volto ad aiutare le aziende a dialogare con i più importanti influencer del social, connettendo con i creatori di contenuti gli inserzionisti interessati a fare attività di influencer marketing (leggi qui l'articolo dedicato). Adesso, il social network annuncia una nuova versione dello strumento: un'interfaccia self-service che consente alle aziende di trovare degli influencer capaci di realizzare per loro dei contenuti sponsorizzati per campagne Promoted Pin. La differenza rispetto a prima è che con la versione originaria di Pin Collective era il team vendite di Pinterest a fare il matching tra brand e creatore di contenuti; adesso invece i brand possono scegliere di fare tutto in maniera automatizzata. Il che rende lo strumento accessibile anche a quelle imprese medie e piccole che non spendono abbastanza sul social da poter avere un addetto commerciale dedicato. Ecco come funziona lo strumento: il brand posta su di esso un brief creativo, e gli influencer presentano le loro richieste per produrre il contenuto. A questo punto l'azienda sceglie uno dei creatori di contenuti tra i partecipanti ed entra in contatto con lui, sempre attraverso la piattaforma, per portare a termine l'accordo. Il personale di Pinterest sarà a disposizione, se serve, per dare assistenza, ma normalmente tutto può avvenire senza il suo intervento. Pinterest, che ha messo in contatto azienda e influencer, avrà l'esclusiva del contenuto sponsorizzato prodotto alla fine del processo. Il brand pagherà soltanto l'acquisto del Promoted Pin. Pinterest infatti non prenderà delle fee aggiuntive per l'utilizzo di Pin Collective, né percentuali sul compenso degli influencer. La novità rende Pin Collective uno strumento più "democratico", ma in realtà tra i primi utilizzatori del servizio self-service c'è un big spender pubblicitario: Adidas Originals, che attraverso lo strumento è entrato in contatto con una stilista freelance, Liz Chernett, la quale ha poi prodotto per il brand 12 Promoted Pin.

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