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14/10/2016
di Alessandra La Rosa

La soluzione più adatta per la pubblicità mobile? Il Programmatic Native

Automatizzata e contestuale: così deve essere oggi una campagna mobile per essere realmente performante, secondo Becky Chappell, Product Marketing Manager di Google. Ecco perché

Ogni giorno, il 68% di chi possiede uno smartphone controlla il proprio telefono entro 15 minuti da quando si sveglia. E' innegabile che oggi i dispositivi mobile siano un elemento centrale delle nostre vite, qualsiasi sia l'uso che ne facciamo: leggere articoli, condividere contenuti o tenerci in contatto con famiglia e amici. Ma a questa rapida diffusione (e acquisizione di centralità) del mobile, è corrisposto un cambiamento delle aziende nell'approcciare il mezzo a fini pubblicitari? E' la domanda che si pone Becky Chappell, Product Marketing Manager di Google, in un blog post dal titolo "Mobile ads need an update". "I marketer più illuminati - scrive la manager - hanno risposto al pubblico mobile-first di oggi con siti intelligenti e responsive e con nuove app costruite su movimenti come lo swiping o il tapping. E questo significa che i banner del passato semplicemente non vanno più bene. Mentre i contenuti sono evoluti per il mobile, la pubblicità non lo ha fatto". E naturalmente, ciò fa sì che sia gli inserzionisti che gli editori non riescano a cogliere le massiccie opportunità offerte da un'ecosistema mediatico multiscreen. Ma secondo Chappell, la soluzione c'è, e sta in due parole: "Programmatic Native". "Gli annunci native possono adattarsi alla forma e alla funzione di quasi tutti i contenuti di un editore su ogni schermo. Essi forniscono alle persone user experience positive, e questo porta di conseguenza a campagne meglio performanti sia per i publisher che per le aziende". La manager pone anche l'accento sull'importanza di un approccio programmatico all'acquisto. "Il Programmatic buying consente alle aziende di rendere le proprie pubblicità native ancora più rilevanti. Sfruttando il machine learning e i segnali contestuali, la pubblicità nativa in programmatic può essere tagliata su misura in maniera scalabile in base all'utente e al posizionamento, con il risultato di campagne ancora più performanti". Per Chappell ci sono in particolare tre punti da rispettare per costruire una campagna mobile di successo.

  1. Fornire più asset in fase di costruzione dell'annnuncio, come immagini o headline, per assicurare che ci siano diverse opzioni da mostrare per ogni stile e formato delle inventory acquistate.
  2. Combinare gli annunci nativi con targeting contestuale, per mostrare pubblicità che siano rilevanti rispetto al contenuto di una specifica pagina.
  3. Misurare le performance degli annunci contestuali insieme a quelle di altro tipo di formati per ottimizzare in maniera olistica le proprie campagne in programmatic e assicurarsi che il native si adatti in maniera ottimale alla propria strategia complessiva.

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