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30/09/2016
di Cosimo Vestito

Quanta viewability serve davvero per catturare lo sguardo di un utente?

Uno studio di InSkin Media, Research Now e Sticky, che ha preso in esame la relazione tra viewability, gaze time e affollamento pubblicitario coinvolgendo circa 4.300 consumatori, rivela che i livelli necessari sono molto più alti di quanto si creda

Un annuncio online necessita di essere presente sullo schermo per 14 secondi affinché possa essere guardato. Lo rivela uno studio dell’azienda ad tech InSkin Media, in collaborazione con le società di ricerca Research Now e Sticky, che ha preso in esame la relazione tra viewability, gaze time, affollamento pubblicitario e la capacità delle persone di ricordare la pubblicità, coinvolgendo quasi 4.300 consumatori britannici. Il tracciamento degli occhi, una delle tecnologie impiegate nello ricerca, ha rivelato che il 25% degli annunci definito viewable non è mai stato guardato. Un terzo ha raggiunto un “gaze time” (il tempo effettivamente speso guardando l’annuncio) di meno di un secondo, mentre solo il 42% è stato guardato per almeno un secondo. Un annuncio viewable è stato effettivamente guardato per un tempo medio di 0,7 secondi. Il documento ha anche rivelato il tasso di viewability di un annuncio necessario per raggiungere certi livelli di gaze time: in media, per essere guardata fino ad un secondo un’inserzione deve essere viewable per ben 14 secondi. Gli annunci che raggiungono almeno un secondo di gaze time devono essere viewable per una media di 26 secondi; per almeno due secondi di gaze time, la viewability media è stata 33 secondi, mentre per oltre tre secondi di gaze time, la viewability media è stata 37 secondi. Un altro dato registrato è che il tempo che gli utenti passano guardando gli annunci cambia significativamente sui quattro formati chiavi coperti dalla ricerca. La maggior parte del tempo è stato passato sui takeover di pagina a 7,5 secondi, seguiti dal billboard (3,3 secondi), dall'half page (0,9 secondi) e, infine, dal MPU (0,7 secondi). Infine, è emerso dallo studio che gli editori hanno devono risolvere problema dell’affollamento pubblicitario, che può ridurre in media il gaze time del 37% sui vari formati.

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