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21/03/2019
di Alessandra La Rosa

Spotify, cresce il programmatic. Ecco come sta evolvendo l'offerta dell'app di streaming

Luca Daher: «Attualmente quasi tutta la nostra inventory è commercializzabile tramite piattaforma». Intanto la società si apre ai podcast ed amplia le sue possibilità di targeting

L'offerta editoriale e pubblicitaria di Spotify è in continua evoluzione. Recentemente, con l'acquisizione delle società specializzate Gimlet Media e Anchor, l'app è definitivamente entrata nel mondo dei podcast, non solo come distributore ma anche come produttore di contenuti, e anche in Italia sono stati realizzati i primi esperimenti "pubblicitari" su questo genere di contenuto, con i podcast brandizzati di Red Bull. «Dove c'è la propensione alla creazione di contenuti c'è l'ascolto - ha spiegato a Programmatic Italia l’Head of Ad Sales Southern Europe di Spotify Luca Daher, intervistato in occasione di un evento della società con la stampa -. È quello che è successo con i podcast sulla nostra piattaforma, anche in Italia: man mano che sono aumentati i contenuti è cresciuta l'utenza. Ora stiamo cercando di valorizzare questo consumo crescente di podcast, anche presso le aziende, e devo dire che tra gli advertiser comincia ad esserci richiesta». L'arrivo dei podcast amplia dunque il bacino di possibilità pubblicitarie di Spotify, che attualmente, a detta di Daher, è abbastanza equamente distribuito tra formati display, audio e video, e in cui la vendita automatizzata sta prendendo progressivamente sempre più piede: «Il Programmatic nella nostra offerta sta crescendo, anche abbastanza rapidamente e anche a livello di numero di clienti - ha dichiarato il manager -. Attualmente quasi tutta la nostra inventory è commercializzabile tramite piattaforma, ad eccezione della display mobile: quindi display desktop, e video e audio desktop e mobile». E intanto evolvono anche le possibilità di targeting dell'app, da sempre fiore all'occhiello della società da un punto di vista pubblicitario: «Le possibilità di targeting di Spotify vanno oltre il normale targeting socio-demo, che ormai in tanti sono in grado di offrire. Noi riusciamo ad avere una visione anche “culturale” del pubblico, attraverso l’individuazione dei legami tra l’ascolto di un brano e determinati “momenti”, personali come la corsa al parco o sociali come i Mondiali di Calcio o le festività natalizie. Per i brand è fondamentale conoscere queste occasioni, per riuscire a pianificare il giusto messaggio nel momento ideale per il loro pubblico d’interesse».

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