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17/02/2015
di Teresa Nappi

Sìadv punta al consolidamento della crescita a doppia cifra facendo leva sul programmatic

Fabiano Lazzarini: «Ad oggi il 25% della raccolta sui siti del nostro network deriva dalla vendita di spazi su piattaforme automatizzate. Crediamo in questa modalità di proposizione dei nostri siti, che garantiscono agli spender traffico di qualità»

Consolidare la propria crescita facendo leva sull’utilizzo del Programmatic Buying. E’ con questo obiettivo con cui Sìadv Digital Media Solutions, concessionaria di pubblicità digitale che fa capo a Casa.it (Rea Group Ltd-News Corp. di Rupert Murdoch), si appresta ad affrontare il secondo semestre del suo anno fiscale iniziato a luglio 2014. Dopo aver archiviato i primi sei mesi con fatturato in crescita del 51%, aver annunciato l’acquisizione di BTicino come cliente - che ha scelto Casa.it per il suo progetto di comunicazione ad alta visibilità ma, allo stesso tempo, estremamente focalizzato sul target di chi cerca casa – e averne annunciato altri (settore design e arredamento) che saranno ufficializzati a breve, la struttura guidata da Fabiano Lazzarini, Media & Strategy manager di Casa.it, guarda a un maggiore utilizzo delle piattaforme automatizzate per la vendita dei propri spazi come leva per un’ulteriore crescita, perché: «il Programmatic garantisce una maggiore efficienza nel processo di compravendita e l’ottimizzazione degli investimenti pubblicitari», dichiara Lazzarini, puntualizzando che il 25% della raccolta sui siti del network deriva dalla vendita di spazi in programmatic: «Siamo stati pionieri su questo fronte, forti dell'esperienza della nostra casa madre. Crediamo in questa modalità di proposizione dei nostri siti a livello commerciale perché convinti di poter offrire agli investitori un target specifico e un traffico di qualità, attratto dall'offerta verticale dei nostri siti, Casa.it in primis». Il manager sposta poi l’attenzione sul mercato in generale e in particolare sui centri media: «Dopo le tante parole spese nel corso dello scorso anno su quanto il fenomeno sarebbe diventato significativo in termini di investimenti che avrebbe attratto, dall’inizio di quest’anno si è finalmente passati ai fatti. Ho infatti notato che sono stati in molti ad aver incluso il programmatic nelle loro strategie. Sempre più centri media, in particolare, stanno scegliendo questa strada per allocare i budget destinati all’acquisto degli spazi adv». A tutto vantaggio degli spender precisa ancora il manager: «In questo momento, l’acquisto in programmatic ha ancora un CPM basso, quindi costi contenuti. Questo va bene se sei un advertiser, un po’ meno se sei un editore. Il motivo è da ricercarsi in un’offerta più alta della domanda. Sono sicuro però che questa fase di esplosione sfocerà poi in un naturale equilibrio tra domanda e offerta», conclude il manager.

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