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13/10/2015
di Simone Freddi

SHAA: l'innovazione che conquista... anche in Programmatic

Con uno spiccato DNA tecnologico, la sigla guarda all’automazione del processo di compravendita dell’adv come a uno dei canali attraverso cui veicolare i propri formati. Ecco come il processo diventa stimolo di evoluzione del prodotto

In un mercato che vede il programmatic diventare un trend forte e determinante nel futuro del digital adv, anche chi realizza formati si trova a confrontarsi con necessità diverse. E’ il caso di SHAA, società che offre soluzioni pubblicitarie innovative "mobile first", che interpreta il fenomeno programmatic con la forza di un grande know how tecnologico. Ne parliamo con Pietro D'Ettorre, Strategic Marketing Manager della società. SHAA come sta approcciando i cambiamenti legati all’esplosione del programmatic? SHAA, per il Dna tecnologico che la contraddistingue, si focalizza sull’evoluzione del prodotto più che sul processo in sé. Noi guardiamo al programmatic come uno dei possibili canali di distribuzione dei nostri prodotti interattivi ed è con questo approccio che stiamo dialogando con i diversi attori del mercato: i nostri prodotti di photo&video interaction, grazie alle loro caratteristiche distintive, quali la responsività e l’HTML5, possono essere veicolati in qualsiasi formato transato in via programmatica. Spesso si ha la percezione che programmatic e creatività non vadano proprio d'accordo. E’ così? La risposta è no, ma bisogna avere ben chiaro il flusso e la disponibilità dei giusti strumenti. Noi stiamo lavorando ormai da diversi mesi per standardizzare prodotti come l’intro-page interattiva o il masthead con video e foto interattive, declinando le diverse soluzioni per ogni settore. Attraverso la nostra piattaforma, i materiali vengono caricati in pochi minuti ed erogati nei formati e negli spazi selezionati dal cliente, indipendentemente dal fatto che siano stati acquistati in contrattazione diretta o in via programmatica. Parliamo di mobile: qual è il potenziale delle vostre soluzioni sui nuovi device? Non è un segreto che con una migliore e più “ingaggiante” esperienza di navigazione, l’attenzione e le interazioni dell’utente siano maggiori, e questo paradigma è più evidente sui dispositivi mobile. Il nostro lavoro sulla creazione di prodotti advertising per i device mobili, che sia poi possibile erogare nello stesso modo su desktop o su smart-tv, ci ha portato a sviluppare, attraverso la nostra piattaforma tecnologica, soluzioni che raggiungono indici di interazione superiori al 30% con performance legate al ctr del 10%. Tuttavia, la vera sfida risiede nella standardizzazione dei prodotti per riuscire a renderli scalabili. Allo stesso tempo, è fondamentale offrire all’advertiser la possibilità di orientare la propria comunicazione verso gli obiettivi prefissati, per esempio utilizzando elementi multimediali interattivi. Come va il mercato italiano per SHAA e che risposte avete dall’estero? Il mercato italiano continua a rimanere un banco di prova impegnativo, soprattutto per player con un alto grado di innovazione come il nostro. I riscontri sono molto positivi, anche se in un contesto in cui il mercato pubblicitario è ancora fortemente orientato verso la Tv. E anche all’interno dei segmento web e mobile, tenendo fuori big player come Google e Facebook, i trend degli ultimi anni non possono certo essere reputati entusiasmanti. Differente, invece, la riposta che abbiamo avuto dal mercato tedesco: in pochi mesi abbiamo rafforzato i contatti con interlocutori non solo del mercato advertising, ma anche con player di altri settori interessati alla nostra tecnologia. Per questo siamo stati invitati all’ultimo Dmexco e in quella sede abbiamo avuto l’occasione di interagire con diversi big player, con i quali stiamo studiando possibili accordi.

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