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24/07/2018
di Programmatic-Italia

I tempi stanno cambiando: la corsa verso l'ultimo modello pubblicitario

Andrea Pongan, Country Manager Italy di S4M, spiega perché il Cost Per Incremental Visit (CPIV) sta prendendo sempre più piede come metrica di riferimento nelle campagne digitali

Non molto tempo fa l'industria del digital advertising era perennemente alla caccia dell'ultimo trend, indipendentemente dal fatto che riguardasse il settore mobile, la VR o lo streaming online. L'industria sta ormai abbandonando le mode irresponsabili e si sta evolvendo concentrandosi maggiormente sulla qualità invece che sulla quantità. Troppo spesso le metriche degli annunci sono separate tra gli indicatori online e offline. L'ultima generazione di modello pubblicitario dovrebbe consolidare il rendimento delle campagne online con gli attributi offline. Questo è il motivo per cui il Cost Per Incremental Visit (CPIV) sta diventando il modello di acquisto più utilizzato nelle campagne digital. Il CPIV non sta cercando di scoprire l'acqua calda ma solo di sfruttare al meglio lo standard già esistente del modello pubblicitario Cost per Visit (CPV). Le tecniche di geo-localizzazione in grado di sapere quando i consumatori entrano in un negozio non sono una novità. Le partnership con data provider esterni, per verificare le visite negli store, costituiscono un altro prerequisito importante che sta rapidamente guadagnando consensi nel settore. Quindi, cosa c'è di realmente nuovo?

Lealtà versus acquirenti nuovi

I programmi fedeltà per gli acquirenti esistono da moltissimo tempo. Un bravo commerciante sa quanto sia importante coccolare i propri clienti fidelizzati da un lato, e dall'altro sapere attirare a sé nuovi clienti. Il modello CPIV distingue il numero totale dei clienti, che sono soliti acquistare in un determinato store, dal numero dei nuovi consumatori. In precedenza, il modello CPV misurava le visite in un negozio senza prendere in considerazione la percentuale di acquirenti giunti in negozio che non erano stati esposti alla pubblicità online. Con il modello di acquisto CPIV di S4M verranno remunerate solo le visite generate direttamente dalle loro campagne online.

Niente più formule uniche

Il costo reale per portare un visitatore in un fast food non è lo stesso di quello per portare un potenziale acquirente di automobili in un concessionario. Non ci può essere una tariffa standard per il cpv che non tenga conto del settore merceologico. I dati di localizzazione forniscono gli strumenti per una comprensione approfondita e per la previsione del comportamento del consumatore che è un altro elemento utile per determinare il costo reale dei nuovi visitatori nei negozi. Il nostro modello di acquisto CPIV è realizzato su misura tenendo conto della notorietà del brand, del periodo e della durata della campagna. Inoltre, il nostro modello predittivo basato su algoritmi di apprendimento automatico determina il costo reale del CPIV grazie al fatto che tiene conto dello storico delle visite.

L'arma segreta che cambia le regole del gioco

A conti fatti, è normale che gli specialisti di marketing paghino solo per le campagne che portano risultati reali in termini di aumento delle visite nei negozi ed un prezzo coerente basato sulle specificità del settore. Pertanto, il fattore che fa la differenza è la capacità di misurare in tempo reale le visite in negozio generate dalle campagne digital e di ottimizzare i parametri online quali la geo-localizzazione, la lista dei publisher e i formati pubblicitari utilizzati. Consolidare il rapporto tra i dati reali e i KPI online è ciò che in ultima analisi assicura una spesa pubblicitaria efficiente. È tempo per i marketer di iniziare a considerare le incremental visit come il nuovo KPI delle loro campagne digitali.

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