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07/05/2016
di Alessandra La Rosa

Ecco perché gli Instant Articles possono accelerare il business programmatic di Facebook

Secondo un articolo di AdExchanger, gli articoli istantanei porteranno a una progressiva espansione della reach di Facebook Audience Network, con tanti editori che decideranno di affidarsi per la prima volta alla piattaforma ad-tech

Gli Instant Articles di Facebook non sono nati solo per rendere più veloce l'esperienza di fruizione di un contenuto editoriale, ma anche per estendere il "giardino chiuso" di Facebook e arricchire il business da 1 miliardo di dollari della sua piattaforma programmatic Facebook Audience Network. A dirlo è la testata specializzata AdExchanger, che in un suo articolo (lo trovate qui) sottolinea come gli articoli istantanei, lungi dall'essere solo un nuovo metodo di distribuzione di contenuti editoriali, sono anche potenziale "cavallo di Troia" per Audience Network. La testata sottolinea come Instant Articles non consente una monetizzazione dei contenuti editoriali tramite il coinvolgimento di terze parti: gli editori possono o vendere autonomamente la propria inventory, o altrimenti utilizzare Facebook Audience Network. Per molti di quelli che optano per questa seconda soluzione, si tratta della prima volta che viene utilizzata la piattaforma ad-tech di Facebook. Riportando alcuni casi di publisher che monetizzano i loro Instant Articles usando Audience Network, come LittleThings, editore social, e il Washington Post, l'articolo di AdExchanger sottolinea come il rendimento delle pubblicità transate dalla piattaforma di Facebook si avvicina molto a quello dell'adv venduta sulle web page degli editori. A questo, però, si aggiunge la possibilità, da parte di Audience Network, di targettizzare in maniera profonda l'utenza a cui veicolare l'adv, e di farlo in maniera veloce, utilizzando la sua enorme mole di dati deterministici. Il risultato? Secondo AdExchanger sarà una progressiva espansione della reach di Audience Network, con sempre più editori, specialmente quelli maggiormente impegnati a monetizzare su mobile, che si affideranno per la prima volta a Facebook per vendere la propria inventory.

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