The New York Times ha implementato i canali programmatici per i suoi spazi pubblicitari video.
L'inventario video, sia desktop che mobile, dell'autorevole testata americana era stato aperto per la prima volta agli acquisti in Programmatic nel mese di febbraio. È una decisione che giunge in risposta alle richieste dagli inserzionisti, crescentemente intenzionati a transare in maniera automatizzata sul sito di informazione. Ad ogni modo, i compratori dovranno necessariamente interfacciarsi con Sara Badler, Director of programmatic advertising di The New York Times.
Solo una porzione ridotta dell’inventario video sarà disponibile sull’open exchange. "La nostra inventory video è di tipo premium. Proprio perché il Programmatic sta crescendo, è importante mantenere le transazioni estremamente pulite e trasparente”, ha dichiarato ad AdExchanger Rachael Savage, VP of ad ops and platform strategy.
The New York Times mantiene una posizione piuttosto prudente rispetto all’automatizzazione della compravendita pubblicitaria, l’introduzione del Programmatic video non cambierà la strategia complessiva della testata che, fa notare sempre AdExchanger, considera lo strumento principalmente come un’alternativa ad un “insertion order”, il documento elaborato da venditore e compratore di pubblicità contenente tutti i dettagli (date, frequenza, dimensioni, ecc.) dell’annuncio oggetto di una compravendita.
“Stiamo pensando al Programmatic come mezzo per effettuare una transazione, non necessariamente come un modo per differenziare la nostro inventory”, ha concluso Savage.