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17/06/2019
di Simone Freddi

Location intelligence, un trend emergente nella comunicazione data-driven

I dati di localizzazione offrono una miniera di informazioni per pianificare, orientare, eseguire e misurare le attività di comunicazione, colmando il divario tra mondo fisico e digitale. Se ne è parlato all'evento Audience In Motion organizzato da adsquare

Grazie alla location intelligence, i luoghi fisici prendono vita; "parlano"; e forniscono agli operatori di marketing una miriade di informazioni utili per pianificare, orientare, eseguire e misurare le attività di comunicazione, colmando il divario tra mondo fisico e digitale. Se ne è parlato giovedì scorso a Milano a Audience in Motion, evento organizzato da adsquare per fare il punto sulla location intelligence, tra stato di fatto e prospettive future. «I dati di localizzazione sono un tema di cui si parla sempre di più nei meeting con le aziende, anche grazie alla crescita delle attività drive-to-store, ma non dappertutto è davvero chiaro quali sono oggi nel dettaglio gli strumenti e le possibilità a disposizione», ha detto aprendo il convegno Beatrice Fabiano, sales director della sede italiana della società, specializzata nei dati per il targeting delle campagne mobile. «La location Intelligence può essere una miniera d’oro sia come strumento di insight sul comportamento dei nostri consumatori, sia come valore aggiunto in fase di campagna, dalla strategia all’esecuzione e all’attribuzione, in particolare per misurare le conversioni in-store». Grazie ai vari interventi, l’evento ha esplorato il tema della location intelligence da varie prospettive: Donnie Yancey di X-Mode, società specializzata in location data, ha illustrato l’evoluzione tecnologica nell’ambito della raccolta e nella gestione di questo tipo di informazioni; Eyeleen Fuhrmann di The Trade Desk ha illustrato le integrazioni possibili in ambiente DSP; Davide Rosamilia di Tapad, ha dimostrato come location data e digital identity resolution possano essere combinati per conoscere meglio il comportamento dell’utente; quindi Alessandro Zaccarini di Publicis Media ha parlato di alcune attività concrete svolte oggi per importanti aziende, sottolineando come l’interesse per i dati di localizzazione sia perfino superiore ai “tradizionali” dati sociodemografici o di intent «perché mettono il brand di fronte a qualcosa di reale, creando un ponte tra on e offine». Tuttavia, ha ammesso Zaccarini, «Come industry, la nostra capacità di attivare i dati di localizzazione nelle strategie pubblicitarie è ancora in fase post-embrionale, c’è tanto potenziale ancora da esplorare. Oggi per esempio lavoriamo prevalentemente con punti-dato statici, il valore aggiunto sarà riuscire a seguire i consumatori in modo dinamico, per identificare i momenti fondamentali in cui comunicare». Anche secondo il managing director di Xaxis, Erik Rosa, l’interesse delle aziende per la location intelligence «è enorme, visto che il 90% delle transazioni avviene ancora oggi in negozio. Ma c’è ancora molto da migliorare nel campo della qualità e dell’ampiezza dei dati disponibili, così come sul fronte delle integrazioni tecnologiche». Rosa è stato coinvolto nel panel che ha chiuso l'evento, insieme a Benvenuto Alfieri di S4m, Antonio Montesano di OMD e Stefano Eligio di Signals. Un momento di confronto in cui è stata ribadita la crescente importanza dei dati di localizzazione come fonte di insight sul consumatore e come volano di iniziative drive-to-store, oltre al ruolo che i dati di posizione possono giocare nello sviluppo di una moderna strategia di comunicazione.

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