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03/06/2019
di Alessandra La Rosa

Le 3 regole chiave del behavioral e-commerce

Enrico Quaroni, VP Global Sales di Fanplayr spiega quali sono i tre elementi da tenere in considerazione per una strategia e-commerce vincente

L’e-commerce in Italia è in continua crescita e se nel 2018 ha toccato la cifra di 27 miliardi di euro, nel 2019 si stima che crescerà del 15% raggiungendo i 31,5 miliardi, in base ai dati presentati in occasione del Netcomm Forum. Diventa così sempre più di fondamentale importanza essere presenti online e raggiungere chiunque sia potenzialmente interessato al prodotto. Per avere successo però è necessario farlo nel modo corretto ed è qui che entrano in gioco le grandissime potenzialità offerte dai behavioral data e dalla loro analisi. Fanplayr, grazie alla sua esperienza a livello globale, ha individuato 3 regole per agire nel modo giusto superando la mancanza di consapevolezza. La prima regola è quella che i first party data hanno molto più valore di quelli di terze parti, la seconda è che esiste un’enorme differenza tra l’event-driven actionable intelligence e l'uso dei dati retrospettivi nei modelli predittivi, e la terza che la sperimentazione online deve essere legata ad un'ipotesi comportamentale misurabile e non deve essere semplicemente un tentativo di inviare differenti messaggi a profili di audience simili. Il punto di partenza dell’analisi dei behavioral data è permettere alle aziende di evitare la trappola degli A/B test, che porta solo a crescite piccole o addirittura nulle nelle vendite o nelle conversioni. Tra i merchant e i consumatori esiste quello che può essere definito come un "behavioral awareness gap", che impedisce la transizione dal tradizionale negozio al dettaglio al commercio online. Questo divario mina il valore di molti marchi di vendita al dettaglio che dipendono sempre più dall'associazione con una grande esperienza di acquisto. Seguire queste tre regole chiave del behavioral e-commerce permette alle aziende di raggiungere tassi di crescita ben al di sopra della media in tutto il mondo. Siamo solo all’inizio di una rivoluzione nei behavioral data ma, se sfruttati bene, potranno portare enormi vantaggi ai player del business online.

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