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18/09/2018
di Alessandra La Rosa

GlaxoSmithKline punta a portare in-house la gestione del programmatic

Dopo Vodafone, un altro big spender si avvia a internalizzare le attività inerenti gli acquisti pubblicitari su piattaforma. Ne parliamo nella nostra rassegna

Mentra GSK si prepara a portare in-house la gestione del programmatic, Google rinnova l'immagine di AdMob e un top manager di Wavemaker Global si interroga sull'utilità della tech tax.

GSK punta a portare in-house la gestione del programmatic

Dopo Vodafone, un altro big spender si avvia a portare in-house la gestione del business programmatico. Si tratta del colosso farmaceutico GlaxoSmithKline, che starebbe costruendo un team programmatico come parte di una riorganizzazione globale della propria strategia di acquisto media, secondo un annuncio di lavoro postato online e fonti vicine all'azienda. Il principale focus del team sarà quello di gestire negoziazioni con varie piattaforme, tra cui Google e Facebook. Leggi di più su Digiday [a pagamento].

Nuovo look per AdMob di Google

Sul suo blog ufficiale, Google annuncia una nuova immagine per AdMob, la sua piattaforma per la monetizzazione delle app. "Siamo impegnati ad offrire un'esperienza di monetizzazione top di gamma per le app, ed è per questo che stiamo facendo evolvere il modo in cui AdMob interagisce con gli sviluppatori di app", spiega la società. La piattaforma adesso ha un nuovo logo, più coerente col resto dell'offerta pubblicitaria di Big G. Leggi di più sul blog di Google.

La tech tax? Non per forza è qualcosa di negativo. Il parere del global chief platforms officer di Wavemaker

"Una tassa non è necessariamente qualcosa di negativo. Come le tasse che paghiamo nella nostra vita quotidiana, alcune finiscono nella burocrazia e vanno perdute, altre invece vengono utilizzate per migliorare le infrastrutture che ci permettono di andare da un punto A a un punto B più velocemente e in maniera più efficiente". Così Oleg Korenfeld, global chief platforms officer di Wavemaker Global, introduce la sua opinione sul tema della tech tax del programmatic, sottolineando come, in un complesso mercato che conta svariati operatori, è importante capire che destinazione hanno le varie porzioni di spesa degli advertiser, prima di determinare quali effettivamente portano valore e quali invece possono essere evitate senza intaccare le performance delle campagne. Leggi di più su ExchangeWire.

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