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15/09/2018
di Rosa Guerrieri

Discrepanze pubblicitarie, quanto sono diffuse nell'adv digitale?

Le differenze nel conteggio delle impression tra ad server lato acquisto e lato domanda sono comuni ed entro certi limiti "fisiologiche". Ma uno studio rivela che avvengono più spesso di quanto si pensi

Nel linguaggio pubblicitario, la cosiddetta "discrepanza pubblicitaria" ("ad discrepancy") è la differenza nel conteggio delle impression passate fra diversi ad server, tipicamente fra quello lato domanda (azienda/centro media) e quello lato offerta (editore). Entro certi limiti, si tratta di un fenomeno normale e quasi "fisiologico" nei processi di compravendita pubblicitaria. Ma i risultati di uno studio, condotto da Advertiser Perceptions a maggio, hanno rivelato che in realtà esso avviene più spesso di quanto si pensi. Secondo la ricerca, per oltre un terzo dei professionisti gli insertion order spesso non corrispondono a quelli pianificati. Alla domanda su con quale frequenza gli insertion order vengono effettivamente erogati secondo i piani, infatti, il 29% ha risposto "occasionalmente" e l'8% "raramente". Per quanto tali errori siano sempre stati presenti nel mondo della pubblicità digitale, lo studio suggerisce che il problema non è migliorato nel tempo, e che il mercato a questo punto necessiti di un'efficace soluzione alla questione. La ricerca di Advertiser Perceptions ha inoltre rivelato la cospicua presenza di discrepanze tra ciò che i gli ad server riportano e ciò che invece viene fornito dai report di erogazione dagli editori partner. Differenze che occorrono "occasionalmente" nel 43% dei casi, "frequentemente" nel 24% dei casi e addirittura "sempre" nel 15% dei casi.

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