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02/02/2017
di Alessandra La Rosa

Ad blocker: secondo PageFair in Italia li usa il 17% della popolazione online

Stando a una nuova ricerca internazionale, l'incidenza del fenomeno sugli utenti internet nel nostro Paese è del 17% da desktop e dell'1% da mobile. La percentuale complessiva è sopra la media globale

Ultimamente di ad blocker si sta parlando di meno, ma il fenomeno è lungi dall'essere stato debellato. Anzi, secondo una ricerca di PageFair, continua a diffondersi. L'istituto di ricerca ha ufficializzato i dati di "The state of the blocked web", uno studio che analizza l'utilizzo degli ad blocker su desktop e mobile a livello globale, regionale e nazionale. Secondo il report, nel mondo 615 milioni di dispositivi oggi hanno un filtro anti pubblicità installato, un dato che è in crescita del 30% anno su anno. L'utilizzo degi ad blocker a livello mobile ha raggiunto il numero di 380 milioni di dispositivi, crescendo in un anno di 108 milioni di device, mentre quello su desktop è arrivato a 236 milioni di computer, in aumento di 34 milioni anno su anno. Complessivamente si tratta dell'11% della popolazione online globale. In Italia, la penetrazione dell'ad blocking sulla intera popolazione online è più alta della media mondiale: il 17%, con una maggiore diffusione del fenomeno sui dispositivi desktop (17%) che su quelli mobile (1%). Dati che differiscono in parte da quelli della recente ricerca interassociativa promossa da Assocom, FCP-Assointernet, Fedoweb, GroupM, IAB Italia, UPA e commissionata a Comscore e Human Highway: in quel caso, la penetrazione da desktop era del 13%, mentre quella da mobile era del 7,6%. A livello demografico, nel mondo l'ad blocking non appare più ormai limitato alla sua base originaria di giovani di sesso maschile, ma oggi abbraccia diverse tipologie di persone, sia uomini che donne, di tutte le età. Tra le principali ragioni dell'utilizzo di questi software, le preoccupazioni degli utenti per virus e malware (30%), mentre le "troppe pubblicità" sono segnalate dal 14% degli intervistati. «La continua crescita dell'ad blocking è una sfida seria per l'industria del digital media, ma è anche un'opportunità singolare per ricominciare d'accapo, evitando gli errori del passato ed erogando pubblicità che non infastidiscano gli utenti», commenta il CEO di PageFair Sean Blanchfield. Un'altro interessante spunto è quello relativo ai sistemi che alcuni publisher hanno adottato contro gli stessi filtri, i cosiddetti "adblock walls": il 74% degli utilizzatori di adblocker ha dichiarato di abbandonare i siti dove viene a loro bloccato l'accesso ai contenuti. Ben il 77% degli utenti con adblocker è disponibile a vedere pubblicità, preferendo formati banner statici e video skippable agli spot non-skippable. «Erogare annunci non-invasivi e a prova di malware è sicuramente preferibile a far andar via gli utenti dai siti», aggiunge Blanchfield.

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