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26/04/2016
di A tu per tu con Carlo De Matteo, Myntelligence

Carlo De Matteo, Myntelligence: «I cookie sono inutili, ripartiamo dai dati longevi»

L'AD di Myntelligence, in occasione del suo intervento sul palco del Programmatic Day, ha sottolineato l'importanza di concetti come la "data ownership" e la "data longevity"

L’AD di Myntelligence, Carlo De Matteo, ha scelto di introdurre il suo intervento al Programmatic Day con due brevi filmati che, da una parte, hanno incontrato il favore del pubblico dell’Auditorium IULM per chiarezza e linearità espositiva, dall’altra, hanno colpito gli operatori dell'industria per alcune questioni critiche che sollevavano. Con il fine di mettere in discussione un intero modello di business e, contemporaneamente, sovvertire rapporti di forza consolidati, il messaggio veicolato dall’azienda specializzata in soluzioni per la pubblicità digitale è stato semplice: la tecnologia di Myntelligence è in grado di garantire alle aziende i migliori dati dal proprio bacino di utenza, superiori, su tutti i livelli, a quelli estrapolati dai cookie. Il tutto si basa, ha spiegato De Matteo, su due concetti chiave: la longevità e la proprietà del dato. «La "data longevity" è fondamentale e propedeutica a tutto il resto; consiste nella capacità di analizzare un dato di un utente in maniera prolungata nel tempo. È il principio contrario al tracciamento cookie: infatti, è stato provato scientificamente che il cookie non è un dato che va oltre un certo periodo di tempo, ovvero un intervallo di poche settimane. La modalità di analisi dell’utente in fingerprinting ha la capacità, invece, di proiettare in avanti questo lasso fino a tre anni, significa che per capire una persona abbiamo a disposizione anziché due minuti, tre anni». Il secondo pilastro sul quale si basa l’architettura della tecnologia di Myintelligence è la “data ownership”: «Si tratta della proprietà del dato da parte dell’azienda. Il cookie è un oggetto deperibile, anche se è tuo, lo è per poco e quindi avrai poi la necessità di ricomprarlo da terze parti, e comunque avrà una scadenza limitata. Il fingerprinting della nostra piattaforma, che è realizzata appositamente per generare dati che sono dei nostri clienti, permette all’azienda di tornare ad essere proprietaria dei dati sulla sua audience». I marchi otterrebbero, attraverso questa soluzione, dei vantaggi significativi. «Tutto ciò consente, innanzitutto, di fare delle campagne molto profilate comparando il proprio CRM a utenti potenziali. In secondo luogo, essendo i dati a disposizione dell'azienda, essa può metterli sul mercato, quindi a capitale in bilancio, perché sono a tutti gli effetti dei beni intangibili. La spesa pubblicitaria diventa, così, anche una fonde di reddito», ha aggiunto il CEO di Myntelligence. Quello proposto da De Matteo è un modello che intende superare quello attuale e ridimensionare radicalmente il ruolo di colossi della rete come Facebook e Google: «Il vantaggio principale per le aziende è quello di liberarsi dal giogo delle Over-The-Top, cessare di mettere in bilancio una spesa per l’acquisto di dati terzi deperibili e non qualificati e incominciare a fare tesoro dei propri dati esistenti. Ogni azienda può, in questo modo, diventare ad alta intensità di dati».

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