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18/04/2018
di Caterina Varpi

[Videointervista] Tradelab a Programmatic Day(s): «Il cost-per-hour può essere un nuovo standard di mercato»

Gaetano Polignano, country manager del trading desk, parla della correlazione tra il tempo dell’esposizione a una campagna pubblicitaria e la sua efficacia

Massimizzare l’impatto di un messaggio pubblicitario attraverso un tempo di esposizione controllato. Possibile? Sì secondo Tradelab, che propone proprio questo paramentro come possibile soluzione ad alcune oggettive difficoltà titpiche del media online e dell’acquisto in programmatic. «Tra viewability e frode, solo una parte degli investimenti pubblicitari sono utili al brand», ha dichiarato Gaetano Polignano, Country Manager Italia di Tradelab a Programmatic Days 2018. «E’ dimostrato - ha spiegato Polignano - che esiste una correlazione tra durata di esposizione a una campagna e il numero di visite al sito di un inserzionista. Per questo la società ha lanciato Brand Impact, una soluzione che ottimizza il tempo di esposizione lungo le varie impressione di una campagna». Guarda la videointervista al Country Manager della società ad-tech, realizzata a margine del suo intervento: https://youtu.be/mgLRESDZSaQ Il senso è quello di offrire una diffusione controllata del messaggio per utente fino a raggiungere l'obiettivo di durata di esposizione al messaggio pubblicitario. Polignano arriva a ipotizzare l’uso del “cost-per-hour” come nuovo standard di misurazione accettato dal mercato: «Tra le altre cose, il cost-per-hour ci può aiutare a capire come una strategia sia ottimale in termini di costo nell'esposizione accumulata. I marchi hanno ottenuto campagne più efficaci, con un'esposizione maggiore del 60% con ripercussioni positive anche su altre metriche, come un aumento del 30% delle visite sul sito»

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