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13/04/2017
di Teresa Nappi

Programmatic Day: VR, Native e Startup. L'evoluzione in tre parole

Sono stati i temi per guardare oltre le questioni legate prettamente al "meccanismo programmatico", quelli che hanno animato l'ultima parte della giornata di lavori in Sala Blu del Programmatic Day 2017. Vediamoli in rassegna

Dopo le tavole rotonde verticali che hanno interessato la prima parte della mattinata di lavori in Sala Blu al Programmatic Day 2017 (leggi qui l'articolo dedicato), altri importanti momenti hanno arricchito la mattinata di lavori della Sala Blu del Programmatic Day, come quelli dedicati agli ultimi trend del digital e, inevitabilmente legati anche al programmatic adv, come il Native Advertising e la Virtual Reality, o come il momento dedicato alle startup italiane che si stanno imponendo entro i nostri confini e anche all’estero. A parlare di Virtual Reality sono stati Paolo Pascolo, Ceo e socio-fondatore di Imille; Luca Deriu, fondatore di PlaySys; e Guido Geminiani, Ceo di Impersive. Partendo dalla citazione di Jasper Brodin, Managing Director Ikea - “La realtà virtuale si sta sviluppando rapidamente e in un decennio diventerà parte integrante della vita quotidiana” - la discussione si è subito accesa. Paolo Pascolo di Imille ha detto: «La VR crea esperienze immersive di altissimo valore, capaci di trasportarti in un altro mondo. Questo la configura come una grande opportunità per i brand in un mondo alla ricerca costante di nuovi modi di emozionarsi». Le applicazioni di questa tecnologia oggi vanno ormai oltre l’ambito del gaming: «Con Impersive stiamo l’applicazione della VR sta varcando i confini in ambito medico e militare e siamo ben oltre il mondo ludico», spiega Guido Geminiani. Invece più radicato al mondo del gaming è PlaySys: «Noi siamo nati e continuiamo a essere molto legati a questo ambito. Ma a prescindere dalla dimensione di applicazione, quello su cui PlaySys si sta impegnando è quello dei Dati. Dall’esperienza immersiva si possono trarre importanti informazioni che possono rappresentare oro». In conclusione, quello che è emerso da questo incontro è che la VR è un lusso che però possono permettersi più settori, persone, brand.

Il Native come nuovo banner

Un altro importante momento, dedicato al Native, ha visto salire sul palco Simone Pepino, Sales Director di Ligatus Italia; Roberto Barberis, Chief Executive Officer di 4w MarketPlace; Giorgio Mennella, Advertising Director di Ciaopeople; e Alessandro Ceratti, Head di Quantum Advertising Italy. Partendo dalla precisazione che il Native è un mondo composito ed eterogeneo, fatto di quanti lo considerano di più come vero e proprio formato e di chi invece lo interpreta come storytelling dedicato a contenuti di brand, la discussione ha subito messo in evidenza che ormai il native è una realtà consolidata e destinata a crescere ancora, e che è arrivato il momento di riconoscere come formato che funziona: «È ora che il Native - soprattutto i formati in-feed, di recommendation e i widget - venga riconosciuto come parte dell’adv display, e in quanto tale venga valutata e remunerata agli editori che li ospitano», dice Simone Pepino di Ligatus. Sta di fatto, però, che il Native piace sia agli utenti che agli investitori: «Perché non interrompe la navigazione, perché offre informazioni aggiuntive su un prodotto di interesse e perché crea nuova inventory», afferma Giorgio Mennella di Ciaopeople. Si è passati poi a discutere del felice matrimonio tra Native e programmatic: «Un matrimonio felice e potenzialmente perfetto», dice Ceratti. «Un formato che piace e che può essere pianificato con l’ausilio di targetizzazioni e dati, prassi propria del programmatic, è un grande valore aggiunto». Resta però ancora un’incognita sull’incontro tra canale distributivo (piattaforma programmatica) e la creatività. Ma Ceratti aggiunge: «Se si creano i presupposti sarà la tecnologia a doversi adattare alla creatività». In conclusione, Barberis di 4w MarketPlace, che proprio in questi giorni ha lanciato la soluzione 4w Native Matic, dichiara: «È un incontro naturale e una grande opportunità, anche a fronte del fatto che ormai le aziende sono pronte a comunicare attraverso i contenuti e mettendo a frutto le informazioni in loro possesso».

Largo alle start up

In chiusura della mattinata di lavori, hanno calcato il palco del Programmatic Day anche i rappresentanti di 3 startup italiane che si stanno facendo largo nel panorama tech italiano: Instal.com, Refine Direct e Hej! Sul palco, Filippo Satolli Co-founder & Coo di Instal.com, specializzata in mobile e in-app advertising, oltre che nell’analisi delle attività post download. Francesco Rizzardi, Partner di Refine Direct, dedicata all’inedito Programmatic Email grazie a una piattaforma tecnologica proprietaria che, in forma totalmente anonima e indipendente, de-duplica i contatti tra i primari database italiani di email e i database degli inserzionisti. In pratica una specie di DSP dell’e-mail marketing, con una copertura di 45 milioni di indirizzi. E poi Paolo De Santis e Stefano Argiolas, rispettivamente Founder e Ceo di Hej!, specializzata nell’applicazione e sviluppo di chatbot. Dalla voce di ciascuno di loro, emerge una criticità in fase di exit per quanti tentano di fare impresa nell’ecosistema digitale italiano. Ma a parte questo, si può fare innovazione e presidiare nuovi ambiti in Italia con successo, e anche puntare a sbarcare in altri mercati.

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