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19/05/2017
di Cosimo Vestito

KPI, aziende e agenzie sono d'accordo su quali scegliere?

Coinvolgendo professionisti francesi, tedeschi e britannici, un sondaggio commissionato da DataXu ha rivelato che non sempre vige consenso circa i Key Performance Indicator da adottare per valutare le prestazioni di una campagna

L’idea che i marchi e le loro agenzie lavorino insieme per impostare i Key Performance Indicator (KPI) di una campagna digitale sembrerebbe scontato ma non è proprio così. Un sondaggio commissionato dalla società ad-tech DataXu, che ha coinvolto professionisti senior di azienda e agenzia in Francia, Germania e Regno Unito, ha infatti scoperto che è scarso il consenso su quali dovrebbero essere i KPI di un piano di comunicazione. In media, il 65% dei rispondenti è concorde sul fatto che la definizione dei KPI per una campagna marketing o di pubblicità digitale debba essere un processo collaborativo. Questa percezione è più forte Francia, con il 69% delle persone interpellate, e più debole in Germania, dove il 59% degli intervistati ha espresso questo parere. Tuttavia, più nel dettaglio, sono emerse differenti filosofie da paese a paese. La metrica più comunemente usata per misurare il successo delle campagne digitali in Francia è il cost-per-action, subito seguito da dalle vendite incrementali e dal rinnovo dei clienti; in Germania, sono le vendite incrementali e il costo d’acquisizione del cliente, in Regno Unito, prevale il ritorno sugli investimenti marketing, succeduto dalle condivisioni e dai “mi piace”.

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