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08/01/2018
di Alessandra La Rosa

Italiaonline: cresce l'offerta, puntando su header bidding e dati

Il Responsabile Programmatic Sales Carmine Laltrelli ci spiega quali sono i punti di forza delle soluzioni pubblicitarie "tech" della Internet company, sempre più focalizzata su nuove forme di monetizzazione

Un player di grandi dimensioni, in grado di offrire vaste audience, ambienti “safe” e innovazione tecnologica. E' così che qualche mese fa, precisamente a luglio, Italiaonline ha descritto la sua nuova concessionaria IOL Advertising. Una struttura che è nata già con numeri molto importanti: tra gli altri, 17 milioni di utenti unici mensili con alto tempo di permanenza (oltre 11 minuti in media) e 10 milioni di account email attivi, che significano dati di prima parte in abbondanza da mettere a disposizione delle pianificazioni pubblicitarie. E tra gli asset di questa concessionaria, naturalmente, c’è anche il Programmatic, come ci spiega Carmine Laltrelli, Responsabile Programmatic Sales di Italiaonline, che all’interno di IOL Advertising cura tutta l’area relativa alla vendita automatizzata. Come si compone attualmente la vostra offerta di inventory in Programmatic e quali sono i suoi punti di forza? «Attualmente tutti i nostri prodotti sono acquistabili in Programmatic: non soltanto le soluzioni standard, ma anche i formati più evoluti come le log-in page oppure i prodotti in domination. Certamente il video la fa da padrone, potendo Italiaonline contare su un'inventory vasta e di grande qualità: attualmente generiamo oltre 100 milioni di video views al mese, più della metà commercializzate attraverso piattaforme di Programmatic. Una parte importante di questo bacino è su nostra inventory proprietaria, rispetto alla quale tengo a sottolineare Virgilio Video, il nostro media center dedicato. Inoltre, riusciamo a rendere accessibile questa inventory targettizzata su base dato, grazie ai first part data a nostra disposizione che ci permettono di avere un altissimo livello di in-target, oltre a riuscire a pianificare anche su dati dedotti dai comportamenti degli utenti gestiti all’interno della nostra DMP. Non ultima, la qualità di erogazione, con tassi di viewability e completion rate molto al di sopra delle soglie di mercato». Nel mondo supply si parla molto di header bidding. Secondo te è un valido strumento per migliorare la monetizzazione? «Certamente. Poter vendere l’inventario non a blocchi di milioni di impression, ma valutando e vendendo ogni impression per il suo valore, è un vantaggio economico non indifferente e come concessionaria ci crediamo. L’header bidding non è l’ultima moda del Programmatic, ma uno strumento che coinvolge nell’asta fonti di domanda attente alla qualità dell’inventory: un motivo in più per Italiaonline di utilizzarlo, portando ulteriore valore a un'inventory già di per sé rilevante». Avete in cantiere nuovi progetti sul fronte programmatico? «Le aree di maggior interesse per noi in questo momento sono l’header bidding video e quello In-App. Stiamo registrando inoltre ottimi risultati con l’exchange bidder di Google, che è un header bidder server side, e stiamo osservando con piacere che diversi attori del mercato si stanno muovendo in questa direzione che Italiaonline sta adottando da tempo, lavorando sulla riduzione della pressione pubblicitaria. La nostra offerta in Programmatic si è arricchita di recente di nuovi formati native e outstream, sia display che video. Siamo inoltre molto concentrati sulla possibilità di sviluppare prodotti in Programmatic che possano integrare in maniera creativa i nostri dati di prima parte e quelli legati al comportamento dell’utente». Leggi l'intervista completa su Programmatic Italia Magazine.

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