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21/01/2017
di Alessandra La Rosa

Google ripensa la pubblicità su Youtube in ottica multidevice: ecco tutte le novità

Da quest'anno, Big G limiterà l'uso di cookie e pixel per la targettizzazione degli utenti sulla piattaforma video, e potenzierà il proprio sistema di targeting con l'aggiunta dei dati delle ricerche effettuate. In arrivo anche un nuovo strumento di misurazione

Che Google fosse attenta all'evoluzione del comportamento dei suoi utenti è cosa nota, e non deve esserle sfuggito il fatto che sempre più persone guardano video da mobile. Anche i "suoi" video, ossia quelli della sua property YouTube. Secondo quanto ha rivelato la stessa Big G, oggi il 50% delle visualizzazioni di YouTube avviene da smartphone e tablet. E questa è una cosa che naturalmente ha impatto anche sull'offerta pubblicitaria della piattaforma. Proprio pensando ai device mobili, Google ha annunciato su un blog post ufficiale una serie di novità relative a YouTube, e in particolare a come i suoi annunci vengono targettizzati e misurati.

Google: meno cookie e pixel per la targettizzazione delle inventory di YouTube

Una delle principali novità sta nella decisione di limitare l'utilizzo di cookie e pixel per la targettizzazione delle inventory di YouTube acquistabili tramite asta, incluse quelle ottenibili tramite DoubleClick Bid Manager. Il motivo? Cookie e pixel sono due tecnologie di tracciamento degli utenti utili per raccogliere informazioni sui loro gusti e preferenze e dunque veicolare annunci più rilevanti e personalizzati, ma allo stesso tempo sono performanti più su desktop che su mobile, e molto poco efficienti in condizioni di navigazione, come quelle di oggi, sempre più multidevice. "Mentre le tecnologie come pixel e cookie hanno ancora un loro ruolo in un contesto più ampio, la maggior parte di esse sono state costruite per un singolo schermo - nè l'una nè l'altra sono state disegnate per come gli utenti sempre più guardano contenuti su YouTube, come sull'app mobile o in salotto - spiega Diya Jolly, director of product management di YouTube, sul blog post -. Questo può portare a misurazioni sbagliate ed a pubblicità meno rilevanti sui vari schermi, rendendo più difficile per le persone controllare le campagne che vedono o i dati utilizzati per mostrargliele". In mancanza di cookie e pixel, Google metterà a disposizione degli inserzionisti il proprio sistema di targeting, un sistema maggiormente people-based, che tiene conto non solo sulle informazioni demografiche dell'utente e sulla sua navigazione, ma, da oggi, anche della cronologia delle ricerche. Per esempio, un retailer di abbigliamento potrà individuare un potenziale consumatore in una persona che ha cercato cappotti invernali su Google, e potrà proporgli degli annunci ad hoc su YouTube. Più in generale, l'intenzione di Big G è quella di costruire dei profili sulla base delle attività associate agli account Google.

Arriva il tasto che "silenzia" le pubblicità su più piattaforme

D'altro canto, a beneficio degli utenti, Google consentirà adesso di avere un maggiore controllo sulla propria esperienza pubblicitaria cross-screen. La società ha infatti annunciato l'attivazione, nelle prossime settimane, di una funzione che consentirà di "silenziare" un brand su più piattaforme. Se un utente silenzia un annuncio che compare in Search, allora non vedrà più annunci di quell'inserzionista neanche su YouTube.

Google al lavoro su una nuova soluzione di misurazione dell'adv su YouTube

Non è tutto. Google ha reso noto anche di essere al lavoro sullo sviluppo di una nuova soluzione di misurazione "all'avanguardia sia nella generazione di informazioni per gli inserzionisti sia nella protezione della privacy e della sicurezza su Google e YouTube", spiega Jolly. Un prodotto che fornirà maggiori insight alle aziende sia su quali utenti vedono le loro campagne sui vari dispositivi, sia sull'impatto delle campagne stesse. La realizzazione della nuova soluzione non esclude il proseguimento della collaborazione di Google con i suoi partner terzi per le misurazioni: comScore, DoubleVerify, Integral Ad Science, Moat e Nielsen.

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