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24/05/2017
di Cosimo Vestito

Le frodi pubblicitarie online diminuiranno nel 2017

Lo studio globale rilasciato dall'Association of National Advertisers e White Ops, società specializzata nella rilevazione di bot, ha stimato che le perdite imputabili al fenomeno ammonteranno a 6,5 miliardi di dollari, in riduzione del 10% rispetto all'anno scorso

Quest’anno, l’impatto monetario globale delle frodi pubblicitarie subirà un calo. In più, la quantità di frodi mobile che si verifica nell’ecosistema è molto più basso di quanto temuto e il Programmatic può raggiungere lo stesso grado si sicurezza delle vendite dirette, se i compratori implementano le giuste misure. Sono le buone notizie segnalate dal terzo studio annuale sullo stato delle frodi pubblicitarie digitali redatto dall’Association of National Advertisers (ANA) e White Ops. La società di rilevamento di bot stima perdite finanziarie per 6,5 miliardi di dollari causate da frodi nel 2017, in riduzione del 10% dai 7,2 miliardi stimati nel 2016. Il dato relativo a quest’anno è leggermente più elevato rispetto alla somma di 6,3 miliardi che le due società avevano previsto nel loro primo rapporto relativo al 2015. Nonostante 6,5 miliardi di dollari rappresenti un numero importante, secondo Michael Tiffany, Ceo di White Ops, il declino nella portata delle frodi è incoraggiante: “Ciò a cui stiamo assistendo è finalmente il primo macro segnale che la guerra può essere vinta, nonostante sia ancora lontana dall’esserlo”. La tendenza è cambiata non perché i truffatori abbiano rallentato le loro attività ma perché gli incentivi economici a commettere frodi diminuiscono per il fatto che marketer stanno diventando più abili nel proteggersi. “Il costo necessario al successo delle frodi è cresciuto e, come risultato, l’età d’oro degli investimenti in display di basso livello, dove puoi acquistare traffico bot per meno di un centesimo e monetizzarlo in inventario a bassi CPM, è finita”, ha aggiunto Tiffany. Secondo il rapporto, le frodi in ambiente display desktop scenderanno dall’11% del 2016 anno al 9% di quest’anno. Ma la situazione è diversa per il video, che rimane il ricettacolo dell’attività bot. Il tasso di frodi legate alla spesa in video desktop ammonterà al 22% quest’anno, in lieve calo in paragone al 23% dello scorso anno. Questo perché CPM più elevati disponibili per l’inventario video desktop giustificano ancora i comportamenti fraudolenti. In ultimo, a proposito di Programmatic, l’ANA e White Ops hanno registrato le tecnologie per l’automatizzazione pubblicitaria non costituiscono più un rischio intrinseco: le sofisticate adottate da un crescente numero di piattaforme ed editori per contrastare le fonti di traffico fasullo stanno funzionando con successo.

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