Il customer journey del cliente B2B è spesso diverso da quello tipico degli utenti consumer, come evidenziato dalla ricerca Busines-to-Business di Rocket Fuel. La maggior parte delle conversioni in questa categoria avvengono, infatti, al di fuori del normale orario di lavoro.
La società ad-tech, al fine di definire cosa distingue i clienti B2B da quelli B2C, ha intervistato 417 marketing manager e decision maker in Italia, Germania, Regno Unito e Francia. I risultati di questa indagine sono poi stati combinati con i dati di 22 campagne B2B condotte nel 2015 e nel 2016 attraverso la piattaforma di programmatic marketing di Rocket Fuel, per un volume totale di impression superiore a 636 milioni.
Una delle principali scoperte dell’indagine è che, quando è necessario prendere un’importante decisione d’acquisto o d’investimento, i clienti business sono spesso attivi anche fuori dal comune orario di lavoro. Gli utenti business navigano, infatti, in Internet anche in privato e inevitabilmente non “spengono la testa” insieme al computer dell’ufficio. Infatti, la maggior parte degli acquisti B2B vengono fatti oltre il classico orario di lavoro (dalle 9 alle 18, dal lunedì al venerdì): solo il 47% delle conversioni avvengono durante le ore lavorative.
Tuttavia, le campagne di marketing spesso non raggiungono i clienti B2B quando navigano con dispositivi privati, perché non solo hanno un indirizzo IP diverso, ma anche comportamenti differenti. Per i marketer B2B questo potrebbe significare perdere il momento in cui il cliente è più ricettivo verso la pubblicità.
Gli algoritmi di intelligenza artificiale, che si trovano alla base delle moderne tecnologie di marketing, possono riconoscere alcuni schemi comportamentali e ottimizzare costantemente le campagne in atto. In questo modo è possibile fare previsioni affidabili sul fatto che la stessa persona si celi dietro all’utilizzo di diversi dispositivi, identificando così ogni utente su ciascun device e non rischiando di perdere i momenti importanti.